Carmignano, area etrusca di Montefortini

Nel luglio 2005 è stato aperto definitivamente al pubblico il complesso monumentale etrusco di Montefortini, posto sulla strada che attraversa Comeana e si dirige verso la più nota Artimino.

Visitabile dal lunedi al sabato con orario 8,00-14,00. Chiuso la domenica e festivi.

AVVISO: dal 1° settembre 2015 causa carenza del personale, accertarsi preventivamente della presenza del custode prima della visita. Tel/Fax 055 8719741.

Il Tumolo sarà chiuso dal 01/08/2016 al 21/08/2016

Ogni primo sabato del mese è possibile visitare, con visita accompagnata gratuita, anche la necropoli di Prato Rosello.

Carta della Qualità dei Servizi

I lavori di scavo, di restauro e di valorizzazione del complesso si sono svolti durante alcuni decenni a partire dal 1966, impegnando notevoli risorse finanziarie ed umane della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana. Mentre questi lavori procedevano, è stato sempre possibile visitare la tomba a camera rettangolare, la più recente delle due strutture funerarie accolte nel tumulo. I lavori del 2005 sono stati invece finalizzati all’apertura al pubblico anche della tomba a tholos ed alla sistemazione interna ed esterna dell’area, con la realizzazione degli impianti di illuminazione - che consentono anche la fruizione notturna del complesso - e degli accessi e rampe: in particolare è stata collocata una scala in acciaio, sospesa alle travature della copertura della tholos e corredata di servo-scala (progetto ing. Paolo Luppi, Arezzo), che consente la visione dall’alto della tomba circolare.

Il tumulo di Montefortini, finalmente fruibile, costituisce il punto di riferimento essenziale per la conoscenza dello straordinario sviluppo culturale che investe il territorio di Carmignano nel periodo orientalizzante etrusco. La collinetta artificiale, alta oggi dodici metri e delimitata da un tamburo con suggronda, è stata utilizzata fra il 640-630 a.C. per costruirvi al centro una tomba a tholos, con vestibolo e cella circolare del diametro di oltre sette metri, caratterizzata da pareti a lastre di arenaria con mensola, copertura a filari gradualmente aggettanti, pilastro centrale di forma quadrangolare. La tholos - cui afferisce anche una terrazza-altare destinata alla prothesis del defunto, ortogonale al tamburo e delimitata da una pseudo-gradinata – ha restituito un ricchissimo corredo funebre, sottoposto ad un complesso intervento di restauro oggi in fase di ultimazione, che annovera una rara coppa di vetro turchese, una serie di piatti-vassoi su alto piede di bucchero caratterizzati da un repertorio assai vario di decorazioni incise, una quantità straordinaria di oggetti d’avorio scolpiti ad alto e basso rilievo, a tutto tondo, oppure incisi o lavorati a traforo: si tratta di placchette, piccole figure femminili e maschili, ma anche animali, elementi floreali, oppure pettini, che proiettano le grandi famiglie etrusche del territorio in un vasto circuito di relazioni politiche ed economiche internazionali.

Alcuni anni dopo, a seguito di un crollo forse dovuto ad un forte sisma, viene realizzata l’adiacente tomba a camera rettangolare, con monumentale corridoio d’accesso nel quale un grande portale trilitico consente l’accesso al vestibolo quadrangolare e quindi alla cella, con mensola ricorrente in corrispondenza della parte superiore delle pareti e copertura a lastroni aggettanti. I reperti pertinenti a questo secondo corredo, assai frammentari a causa dei ripetuti saccheggi nel corso dei secoli, attestano comunque la ricchezza della famiglia e le sue potenzialità di rapporti anche internazionali.

L’apertura al pubblico dell’area di Montefortini si colloca in un programma di ricerca e valorizzazione dell’archeologia del territorio che Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana e Comune di Carmignano attuano da tempo in piena collaborazione e che ha prodotto anche l’apertura al pubblico della necropoli di Prato Rosello e la prosecuzione della ricerca nell’area di Pietramarina, mentre si sta procedendo nel lungo restauro dei reperti destinati al nuovo Museo Archeologico, che sarà accolto nelle ex-tinaie del borgo di Artimino, con una superficie espositiva più che raddoppiata rispetto all’attuale, ubicato nelle cantine della Villa medicea.

Gabriella Poggesi